martedì 21 giugno 2011

London is London. No cotiche

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Chi arriva a Londra può scordarsi il bello e il brutto tempo all’italiana! La tipica giornata londinese è scandita non dall’orologio ma dal sole e dalla pioggia, così: sole-pioggia-sole-pioggia-sole-pioggia-sole-pioggia. E se fate caso ai londinesi li vedrete camminare sotto il sole e sotto la pioggia allo stesso modo: chissenefrega dell’ombrello.


Infatti tra i lavori più umili e assurdi c’è quello del meteorologo.  Predire il tempo è la cosa più assurda da poter fare a Londra. E’ uso e consuetudine che i londinesi, per dirti che sei pazzo, dicano “You are crazy!” oppure “You are a meteorologist!

Tra i lavori più belli, invece, c’è da dire che lavorare da Hamleys, il negozio con 5 piani di giocattoli, è una figata pazzesca! I commessi di Hamleys sono i ventenni più felici che io abbia mai visto. Li vedi giocare con tutti i giochi: aereoplanini, macchinine, trenini, pistole giocattolo, fucili elastivi, bambole parlanti, soldatini e spade laser. Sono così felici che se chiedi un consiglio o un’informazione sono capaci di farti il broncio e battere i piedi urlandoti dietro: “You are a meteorologist!”. Al massimo sono loro che ti si avvicinano con 2 racchette da ping pong e ti chiedono: "Do you want to play with me?"

Londra è veramente bella! Tutto è colorato e tutto sembra così diverso da tutto ciò che abbiamo visto altrove. Scoprirete i cantanti improvvisati nella metropolitana: non si portano solo la chitarra ma anche il palchetto, l’amplificatore e il registratore di cassa per farti lo scontrino. Poi fate caso ai piccioni per strada, così puliti da sembrare più intelligenti dei piccioni milanesi. Se vi capita di andare a Londra provate a dire “sciò” ad un piccione inglese e lui, che è un pò tordo, capirà “show” e vi delizierà con un balletto da cabaret improvvisato.

Peccato per le famose cabine telefoniche rosse ormai addobbate dalle pubblicità delle hotline. Per entrarci dentro devi prima spostare cumuli di volantini con signorine procaci con tutte le stelline al loro posto. Posso immaginare che se ci provi e riesci a raggiungere la cornetta del telefono, probabilmente o sei un pervertito o sei un meteorologo che non ti puoi permettere un cellulare.



Comunque voi pensate pure quello che volete. Potete raccontarmi di tutto: del verde del Tamigi, della grandiosità della London Eye, la ruota panoramica, dell’eleganza del Big Ben, della bellezza della Torre di Londra e del Tower Bridge, della sfarzosità dei gioielli della Corona inglese e della complicata ed efficiente linea della metropolitana. Ma nessuno può mettere in discussione la bonta del doughnut (o donut) inglese... è di una squisitezza infinita. Sui donuts vorrei esprimere il giudizio più alto su qualsiasi altra cosa abbia provato a Londra. E per il donut inglese vorrei dedicare due righe in bianco e una di donuts in memoria di tutti quelli che ho avuto l'onore di mangiare:

 O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O

Amen.



ps: a proposito di cibo! Eugenio: mi hai chiesto di portarti qualcosa da Londra. Avevo pensato alle cotiche! Ma sai com’è... London is London... no cotiche! ;)

lunedì 13 giugno 2011

sabato 11 giugno 2011